Donne in quota

 

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Milano, 2 febbraio 2011

Sul Corriere della Sera del 4 gennaio appare uno spazio pubblicitario della compagnia aerea Ryan Air.                                                                                                                            Il plus dichiarato nella comunicazione della compagnia parrebbe essere "eccitanti tariffe" e in tono minore "eccitanti assistenti di volo". Il claim è sostenuto dall'immagine pubblicitaria di una giovane fanciulla in bichini, dall'evidente disponibilita', e questo regalo si aggiunge al plus aziendale istituzionale, che vanta " Prezzi piú bassi in Europa, Compagnia aerea Low Cost ". E mai possibile che la creativita' si debba esprimere solo con evidenti allusioni sessuali? Troviamo indegna l'allusione sessuale alla disponibilita' delle assistenti di volo, ovviamente femmine, e alla eccitazione che potrebbero produrre nei clienti maschi. A noi risulta che utilizzino l'aereo anche donne e bambini, famiglie e uomini per bene, che non fanno turismo sessuale. In violazione delle indicazioni della risoluzione europea 2038 del 3/9/2008, questo tipo di messaggio sostiene e alimenta lo stereotipo che le hostess di volo siano donne eccitanti in quanto disponibili, che rendono "piacevole" il viaggio, perche' donne autonome, belle che dormono facilmente fuori casa. E questo parrebbe nella cultura italiana della famiglia, che legittima le donne solo se mogli e madri, sinonimo di disponibilita'. Inoltre vista l'affermazione sulle proprie risorse umane, ci chiediamo come fa la compagnia aerea a sostenere con naturale certezza questo plus. Fa particolari colloqui di lavoro in cui verifica la competenza necessaria, quale produrre eccitazione nel cliente? Quali sono le regole d'ingaggio e le caratteristiche richieste? Noi crediamo che le lavoratrici, sia coloro che si sentiranno gratificate dall'affermazione, sia quelle che come noi si sentono offese dalla compagnia, meritino più' rispetto. Come donne e come lavoratrici. Riteniamo che l'essere eccitanti rientri nella sfera personale e individuale, e che la compagnia aerea non ne possa fare o alludere che possa essere, merce di scambio con la propria clientela. Chiediamo alla compagnia delle pubbliche scuse, e che il messaggio pubblicitario in oggetto venga cambiato, nelle prossime uscite se in programmazione. In caso contrario chiediamo all’ Istituto di Autodiscplina Pubblicitaria, anche in ragione del Protocollo di Intesa firmato tra il Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, e l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, di esprimere ingiunzione di desistenza dalla diffusione del messaggio ai sensi degli articoli 1, 6 e 10 dello statuto di autodisciplina pubblicitaria e in ottemperanza della risoluzione europea 2038 del 3/9/2008. Cordialmente  il testo della lettera.pdf

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