Stampa

Lettera alla RCS Mediagroup per la collana "I classici del pensiero libero" :

 

 

Milano, 01.02.2011                                                                                                                                                                                                                                    

OGGETTO: I CLASSICI DELPENSIERO LIBERO, Edizioni Corriere della Sera                                                                                                                                                          

Siamo rimaste spiacevolmente colpite dalla sostanziale assenza di opere di donne nella collana in oggetto: solo 2 - MARY WOLLSTONECRAFT e SIMONE WEIL - su 25 autori, poco sopra l’8%. Si legge su store.corriere.it, che “Corriere della Sera offre ai suoi lettori i grandi libri attraverso cui si sono affermati i valori fondamentali del mondo moderno…Uno strumento prezioso per conoscere le radici del pensiero che ha orientato le scelte decisive dell'Occidente”. Il successo di vendita e quindi lettura dei primi volumi, che è stato strepitoso con 250mila copie esaurite alle prime uscite, in abbinamento con il Corriere quotidiano, e settimanalmente con i magazine Sette e Io Donna, dimostra la potenza della diffusione dei testi scelti, editati e distribuiti. Proprio per questo motivo, la clamorosa sproporzione fra testi scritti da donne e da uomini, farà sì che i più giovani, quelli che ancora leggono con fiducia i quotidiani e i loro allegati, ne trarranno la convinzione che le donne non abbiano prodotto né pensiero né cultura, perché inadeguate o ad altra funzione destinate. Grandi modelli di pensiero di donne come: - Moderata Fonte - Arcangela Tarabotti - Hannah Arendt - Madame de Stael - Cristina Trivulzio di Belgioioso - Adele Cortina, Rachel Bespaloff - Luce Irigaray - Rosa Luxemburg - Aleksandra Kollontaj - Clara Zetkin per citarne solo alcune che hanno partecipato ai processi storici di pensiero e di azione, nonostante gli ostacoli, i divieti e i tabù imposti dagli uomini per ostacolarne l’educazione e l’espressione in campo lavorativo e intellettuale, resteranno sconosciute ai più. E poiché non vogliamo ritenere che non vi siano note le donne che hanno prodotto pensiero libero o che non giudichiate in grado di incidere sul pensiero umano le molte pensatrici che, in ogni secolo, hanno inciso sulle varie culture, siamo propense a credere che la vostra sia una precisa scelta di mercato. Ma essendo le donne la parte preponderante del Vostro mercato di riferimento, vi invitiamo a riequilibrare in modo congruo la presenza di pensatrici e pensatori nella collana, che idealmente immagineremmo in una semplice e manifesta parità sia di presenze che tematiche, non potendosi ridurre il libero pensiero femminile a pensiero esclusivamente orientato al genere. Con l’occasione Vi suggeriamo di riflettere per il futuro sulla validità programmatica di una attenzione editoriale al riequilibrio della realtà culturale classica e attuale, nel senso di pari opportunità. DonneinQuota

 

la risposta di Luisa Sacchi Responsabile Area Collaterali Corriere della Sera:

Gentilissima Donatella Martini, innanzitutto La ringrazio per l’attenzione riservata alla nostra iniziativa “I Classici del Pensiero Libero”. La proposta di una selezione, in una collana antologica, sempre si accompagna alla discussione circa i criteri di scelta, i nomi inclusi e quelli esclusi. Anche in questa occasione si è aperto un vivace dibattito con i lettori, abbiamo ricevuto molte proposte di integrazione. E’ per noi motivo di orgoglio sapere le nostre iniziative editoriali al centro di riflessioni costruttive e dialettiche. In riferimento alla Vostra lettera, condividiamo quanto interessante potrebbe essere “rileggere” la Storia e la Storia del Pensiero, dando voce a chi, a causa di “pregiudizi, divieti e tabù”, di voce ne ha avuta meno. Diverso però è l’obiettivo di questa collana: individuare grandi libri che abbiano profondamente inciso sull’evoluzione del pensiero moderno. Libri che per forza del messaggio proposto, ma anche per diffusione e seguito, abbiano orientato scelte e pensiero. Non c’è stata “parità di presenze” nella storia della nostra cultura e di conseguenza nella storia dell’ editoria. Ci sembra un dato di realtà dal quale oggi è difficile prescindere nella ricostruzione di un percorso che guarda al passato. E’ stato per noi invece fondamentale, introdurre un testo dedicato alla difesa dei diritti delle donne, snodo fondamentale della crescita della nostra civiltà. Un vero fulcro del pensiero libero occidentale. Rimango a sua disposizione per approfondire la discussione e Le porgo i miei cari saluti.                                                                                                                                                                                                                                                  

La nostra contro-risposta:

Gentilissima Luisa Sacchi Ringraziamo della pronta e dettagliata risposta e, mentre ci scusiamo del tempo intercorso finora, proponiamo ora una argomentazione precisa sulle motivazioni della nostra lettera verso la vostra iniziativa “I Classici del Pensiero Libero”, per approfondire la discussione come da lei gentilmente proposto. Conosciamo e comprendiamo limiti e paradigmi che presiedono a ogni iniziativa imprenditoriale e distributiva, ma sottolineiamo che qualsiasi iniziativa editoriale, in questo caso di grandissima diffusione è per sua natura anche una operazione culturale oltre che imprenditoriale. Ogni casa editrice produce piattaforme, in questo caso stampa su carta, il cui contenuto fa cultura diffusa. Il nostro presupposto non è solo rivendicativo, anche se può parere, ma soprattutto propositivo, per un adeguamento alle indicazioni che non solo le donne in Italia ma il Parlamento Europeo, sollecita nella misura in cui individua nelle azioni culturali diffuse un mezzo fondamentale per ristabilire un equilibrio nella presenza del pensare e del partecipare femminile nei luoghi decisionali. Inutile qui sottolineare come in Italia sia ora in discussione la presenza delle donne e loro competenze nei cda delle aziende, piuttosto che nella rappresentanza politica, e in ogni posizione apicale che riguardi economia e cultura. Ma il problema è ancora più grave, in questa fase in cui la “visibilità” massmediatica delle donne è concentrata sui corpi silenziati, e una guerra non dichiarata si scatena sulle donne nelle case e fuori, e ora colpisce le fanciulle, le più inermi. Il parlamento europeo dichiara a chiare lettere, che il problema è strutturale ma ancor di più culturale, e che gli stati membri debbono impegnarsi per combattere gli stereotipi che ostacolano una parità donne-uomini necessaria al bene comune. Sì è vero quello che lei afferma, che non c’è stata “parità di presenze” nella storia della nostra cultura e di conseguenza nella storia dell’editoria, ma non è vero che nella ricostruzione di un percorso che guarda al passato, sia necessario e indispensabile riproporre il passato in termini acritici. Solo paradigmi distributivi tradizionali scelgono acriticamente percorsi considerati sicuri. In realtà non c’è stata parità di presenza in nessun ambito, perché il potere culturale ed economico sono sempre stati appannaggio del genere maschile, e con essi quello culturale, o meglio quello della diffusione culturale. Un conto è scrivere un conto è essere pubblicati. Ma oggi la situazione è del tutto diversa, le donne sono la maggioranze delle lauree e anche quelle eccellenti, il 60% dei laureati, il 42% dei magistrati, il 32% dei medici, il 39% degli avvocati, il 30% degli imprenditori, eppure non hanno voce. Anche i libri sono voce. Non è nemmeno vero che in Europa le donne siano state sempre fuori dalla storia del pensiero, anche questo è uno stereotipo, come brillantemente illustra e motiva con dovizia di fonti e dettagli, l’illustre storica Regine Pernaud nel suo “Le donne al tempo delle cattedrali” , quando anche la donna aveva potere, fiducia, rilevanza anche politica, e produceva conoscenza, cultura e libri. Tutto questo per dire che c’è bisogno di far riemergere dal buio dei secoli il pensiero femminile per contribuire a un cambiamento strutturale e culturale indispensabile per il bene comune. Sarebbe una bellissima iniziativa editoriale una collana programmaticamente alternata, uomo-donna, un incentivo al cambiamento, una proposta culturale innovativa che restituirebbe riconoscimento al pensiero delle donne, che certamente bisognerebbe sì andare a ripescare dal buio dei tempi, ma la storia è di tutti, donne e uomini, e fatta da tutti, donne e uomini nella stessa misura in cui l’umanità è metà maschile e metà femminile. Le donne non sono mai state protagoniste? Questo è appunto tutto da dimostrare. In ogni caso le donne hanno voglia di leggersi. Disponibili al dialogo e approfondimenti, cogliamo l'occasione per porgere cari saluti.