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Al Presidente

All’Amministratore Delegato

Al Direttore generale

Al C.d.A.

Al Direttore Marketing

Al Vice direttore Marketing

Ai Direttori di rete

Rai Uno

Rai Due

Rai Tre

RAI

Al Ministro Stefano Patuanelli

Comitato paritetico

MISE

Alla Commissione Parlamentare di Vigilanza RAI

All’AGCOM

Al Consiglio Nazionale degli Utenti – CNU

Italia, 02.02.2021

DonneinQuota e Rete per la Parità si occupano da oltre un decennio del contrasto al sessismo nei media e in particolare nella televisione pubblica (grazie anche ai nostri contributi il Contratto di Servizio Pubblico Rai-Mise 2018-2022 è il più avanzato dal punto di vista di genere della storia della RAI) e seguono con spirito critico ma anche con atteggiamento di collaborazione, i destini del servizio pubblico radio televisivo e digitale. Sono convinte che, come precisò già nel lontano 1993 la Corte Costituzionale, i principi fondanti del nostro Stato "esigono che la nostra democrazia sia basata su una libera opinione pubblica e sia in grado di svilupparsi attraverso la pari concorrenza di tutti alla formazione della volontà generale" (sentenza n. 112 del 1993). Non si tratta quindi di una rivoluzione ma dell'impegno di rendere migliore la RAI partendo dagli obblighi che ha sottoscritto, nell'interesse del pubblico e delle tante persone competenti e corrette che vi lavorano.

Viste le finalità associative, l’attenzione delle due associazioni si concentra su questioni attinenti, in particolare l’immagine della donna e la par condicio di genere, e di conseguenza seguono attentamente il palinsesto RAI e intervengono quando lo ritengono necessario, come, per esempio, l’anno scorso in occasione della conferenza stampa di Amadeus per il Festival di Sanremo. Data la proficua collaborazione instaurata da anni con la RAI, il 21 gennaio 2020 sono state le uniche associazioni ricevute in Via Mazzini per discutere proprio di Amadeus e della sua direzione artistica.

Nei giorni scorsi abbiamo assistito ad un altro episodio sgradevole e alle giuste polemiche che ne sono seguite: a Uno Mattina Alan Friedman ha insultato la Signora Melania Trump e i conduttori Marco Frittella e Monica Giandotti non hanno vergognosamente replicato.

Attendiamo i risultati dell’audizione in Commissione di Vigilanza del Direttore di RAIUNO, richiesta dalla Senatrice Valeria Fedeli, ma chiediamo una decisa presa di posizione della RAI nei confronti sia di Alan Friedman che dei conduttori.

Questa vicenda riapre la questione della scelta di opinionisti e opinioniste, invitati nei programmi del Servizio pubblico per esporre le loro opinioni o presentare i libri che hanno scritto.

Tre le questioni: la preponderanza di uomini, il criterio di scelta solo ai fini della spettacolarizzazione e degli ascolti e l’emolumento erogato.

Qualsiasi persona segua i programmi tv, infatti, si rende conto che sono chiamati quasi esclusivamente uomini a esprimere un parere su un determinato tema come “esperto” a conoscenza dell’argomento, mentre le (poche) donne invitate appartengano in genere al mondo dell’intrattenimento, in particolare, televisivo, oppure sono intervistate al volo per strada.

Eppure anche il Monitoraggio sulla rappresentazione della figura femminile nella programmazione Rai 2019 evidenzia e conferma la persistenza di una sotto-rappresentazione femminile che ha le sue radici nella storia della televisione pubblica e che, se da un lato è certamente problematica perché contribuisce a coltivare un immaginario collettivo non paritario e non pienamente inclusivo, dall’altro rispecchia una società non ancora in grado di includere a pieno titolo le donne, specialmente nella vita pubblica, la quale è, per ovvi motivi, la più visibile nei media.

Chiediamo quindi di riequilibrare la presenza di opinionisti ed opinioniste, invitando anche delle esperte. A questo proposito, ci siamo già offerte di indicare donne autorevoli o di inviare link ad elenchi già disponibili sul web.

Inoltre, auspichiamo un cambiamento anche sul criterio di scelta degli/delle opinionisti/ste: non più solo il presupposto gradimento del pubblico ma anche e soprattutto la competenza.

La RAI ha obblighi ben precisi derivanti dalla firma del Contratto che regola la concessione del servizio pubblico. Non può mandare in onda la stessa spazzatura delle TV commerciali per aumentare gli ascolti e quando lo fa, va sanzionata. Non siamo sull’Isola dei famosi o sul Grande Fratello, a parte il fatto che anche sulle reti private dovrebbe essere esercitata la vigilanza per evitare certi eccessi.

E’ inspiegabile che, nonostante le successive giustificazioni di RAIUNO, Mauro Corona abbia potuto presentare il suo libro il 12 dicembre 2020 sempre sulla stessa rete, quando il Comitato di Controllo del Codice Etico gli aveva vietato di apparire sulla TV del servizio pubblico per aver insultato la conduttrice di Cartabianca a settembre. La gravità dell’episodio dimostra uno scollamento non accettabile all’’interno dell’Azienda e ha evidenziato palesi insofferenze interne; su tutte, la diatriba tra Bianca Berlinguer e il direttore di Rai 3 Franco Di Mare.

Altrettanto incomprensibile è l’accordo con Andrea Scanzi (già oggetto di un’interrogazione), ospite a pagamento a Cartabianca per molte puntate, mentre la direttrice del Manifesto Norma Rangeri protesta e parla di "totale oscuramento" nei suoi confronti.

La terza questione riguarda la corresponsione degli emolumenti che potrebbe essere evitata del tutto quando si prevede la presentazione di libri o spettacoli della persona interessata e, negli altri casi, andrebbe calcolata in base a criteri e parametri prefissati e trasparenti.

E a nostro parere la spesa relativa andrebbe ridotta, tanto più ora che il CdA ha approvato a maggioranza un bilancio preventivo 2021 che prevede pesanti tagli, circa 70 milioni di Euro, che comportano rilevanti interventi di razionalizzazione dei costi operativi.

Inoltre ci domandiamo se i relativi dati siano pubblicati sul sito RAI, come per gli stipendi dei dipendenti.

Il periodo di emergenza sanitaria ed economica che viviamo ha segnato un profondo cambiamento che i vertici di Viale Mazzini devono riconoscere. Come afferma la senatrice Valeria Fedeli: ”Dentro e fuori il Parlamento, le donne sono state e sono protagoniste di una straordinaria prova di resilienza e capacità di ripartenza. Esattamente le due parole chiave su cui è declinato il Piano del governo per la realizzazione degli obiettivi che attraverso il Recovery Fund l’Italia deve centrare..... essenziale al dibattito che è in corso in queste ore per un rilancio vero dell’azione di governo del Paese il pieno coinvolgimento delle competenze femminili. Scelte peraltro condivise con un vasto movimento di donne e uomini che attraverso reti, associazioni, sindacati, forze datoriali, imprese, Università, enti sociali, culturali ecc. stanno facendo sentire con forza la loro voce nel chiedere, con la campagna Half of it, che generazione futuro, crescita, benessere, un aumento solido del Pil e della competitività del nostro Paese.”

Chiudiamo con le parole del direttore Franco di Mare durante l’audizione in Commissione Vigilanza sul caso Corona: “La violenza fisica di genere nasce da quella psicologica e verbale: 2,1 milioni di donne secondo l’Istat vengono vessate quotidianamente da fidanzati e mariti (…) L’escalation della violenza parte sempre dalla violenza verbale. Non è possibile sentire parole del genere in tv.”

In attesa di riscontro, porgiamo cordiali saluti.

Donatella Martini e Rosanna Oliva

Presidenti DonneinQuota e Rete per la Parità