Donne in quota

Il Comune vara le nuove norme per bloccare i manifesti pubblicitari considerati lesivi della dignità della persona, discriminatori o sessisti. Per questi gli spazi comunali saranno off limits

di ORIANA LISO

Cinque regole per capire se un manifesto pubblicitario possa o meno essere affisso negli spazi del Comune, nei mezzanini del metrò, alle fermate del tram. Il Comune vara le nuove norme per fermare le pubblicità ritenute lesive della dignità della persona, sessiste, discriminatorie, razziste. Non solo quelle in cui donne poco vestite vengono utilizzate per reclamizzare un'auto, ad esempio, ma anche quelle in cui si giochi su stereotipi religiosi o etnici.

Un regolamento destinato a far discutere - soprattutto per il confine sottile tra normalità e anormalità richiamato in uno dei punti - ma che è il frutto di un lavoro della commissione Pari opportunità con esperti del settore e che, oggi, è stato approvato dalla giunta Pisapia.

Sono cinque, quindi, le tipologie di messaggio pubblicitario che non verranno accettati sugli oltre 2.500 spazi - dai cartelloni ai muri - del Comune. No, quindi, alle immagini che rappresentano atti di violenza fisica o morale; a quelle "volgari, indecenti, ripugnanti, devianti da quello che la comunità percepisce come 'normale', tali da ledere la sensibilità del pubblico"; alle réclame discriminatorie che, attraverso stereotipi, rappresentano la donna come subalterna all'uomo; a quelle che richiamano la mercificazione del corpo femminile (quelle con la donna vista come oggetto sessuale); infine, stop ai messaggi che diffondono pregiudizi e stereotipi attraverso la discriminazione di genere, di etnia, di orientamento sessuale, di disabilità, di religione.

Chi fosse intenzionato ad approfondire l'argomento può leggere i seguenti articoli pubblicati su ArcipelagoMilano:

 http://www.arcipelagomilano.org/archives/27432

 http://www.arcipelagomilano.org/archives/27879

 

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Assicura la vicesindaco Ada Lucia De Cesaris: "Questa delibera vuole sancire il rispetto della persona: non vuole censurare ma evitare che il corpo delle donne, ma non solo, sia usato e volgarizzato per meri fini economici". A decidere quali campagne pubblicitarie accettare e quali rifiutare, in base ai canoni stabiliti dalla delibera, saranno almeno per ora i responsabili del settore Pubblicità del Comune stesso.

(28 giugno 2013) Da La Repubblica - Milano

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