Donne in quota

OGGETTO: Pubblicità Dinamica Materassi Pirelli

pirelli

Dal calendario agli autobus della città e provincia

 

Il Calendario Pirelli, sinonimo di foto d'autore e erotismo, può piacere o non piacere. Un calendario si può comprare e non comprare. Si può scegliere. L'autobus per andare a lavorare no, per andare a scuola no.

Non condividiamo quindi la scelta di trasportare lo stile del Calendario Pirelli agli autobus pubblici. Non ci importa se le foto sono d'autore, belle e levigate, resta il fatto che i corpi di donna sempre più nudi vengono accompagnati più o meno volgarmente a campagne pubblicitarie.

Cioè per vendere prodotti. Per competere sul mercato e realizzare profitto, il corpo della donna è trattato come merce di scambio in troppe pubblicità. Quando vediamo una campagna pubblicitaria in cui è esposto un corpo di donna nudo o, in altre occasioni i suoi pezzi, per vendere prodotti ci chiediamo e chiediamo a creativi e pubblicitari: perchè usare l’immagine di un corpo di donna nudo? Per una questione artistica? per una questione estetica? o perchè si presume che il corpo di donna, oggetto di desiderio, seduca e inducendo desiderio di possesso, produca un acquisto d’impulso, a prescindere dal valore e dalle caratteristiche del prodotto commerciale. In qualche misura il corpo della donna in tali posture e occasioni, sarebbe l’unica motivazione all’acquisto, poiché come merce acquistata se ne potrà fare quello che si vuole.

Condividiamo le parole del Presidente di Pubblicità Progresso Alberto Contri .".....Fare il pubblicitario con classe, buon gusto e professionalità è ben altra cosa rispetto a comunicatori improvvisati che ricorrono a questi miserabili trucchetti."

Chiediamo alla Società e allo IAP di provvedere al ritiro della Campagna Pubblicitaria, in virtù degli articoli del Codice di autodisciplina pubblicitaria e della Risoluzione europea del 3/9/2008 che invita gli Stati membri a provvedere con idonei mezzi affinché il marketing e la pubblicità garantiscano il rispetto della dignità umana e dell'integrità della persona, non comportino discriminazioni dirette o indirette, e alle Istituzioni locali, comunali, provinciali e regionali per l'attuazione della risoluzione e al recente Protocollo di Intesa tra il Ministero delle Pari Opportunità e l'Istituto di Autodisciplina.

lettera.pdf

 

Risposta dello IAP

Messaggio pubblicitario Pirelli “Pirelli’s Dream. Naturale perfezione”, relativo ai materassi Pirelli                                                                                                                           

Con riferimento al messaggio “Pirelli” diffuso per affissioni, desideriamo informarVi che il Comitato di Controllo ha ritenuto opportuno sollecitare, una riflessione critica da parte dell’inserzionista proprio riguardo alle modalità comunicazionali adottate. La società inserzionista ha prontamente risposto e, pur sottolineando la ricercatezza formale dell’immagine, che non contiene elementi maliziosi o di facile erotismo, non ha escluso la fondatezza dell’opinione del Comitato di Controllo secondo cui la campagna sia poco adatta ad un utilizzo per affissioni. Il mezzo infatti impone la visione del messaggio indistintamente a chiunque, potendo essere recepito anche dai bambini. Ciò considerato, la società inserzionista, preso atto delle segnalazioni ricevute dal Comitato di Controllo, che evidenziano una decodifica del messaggio verso approdi diversi da quelli che erano nelle intenzioni e nello spirito originario, ha manifestato il proprio impegno a non utilizzare in futuro questo soggetto creativo, dato che allo stato la campagna è cessata, nelle affissioni. Il caso pertanto è stato archiviato. RingraziandoVi per la considerazione, inviamo i nostri migliori saluti. I.A.P. La Segreteria 

silvian

 Milano, 18 febbraio 2011 le Associazioni DonneInQuota e Amiche di ABCD scrivono allo IAP (Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria):

Le immagini della campagna pubblicitaria Silvian Heach che occupano gli spazi a Milano, offrono alla vista giovani fanciulle che per proporre alla vendita vestiti, alludono inequivocabilmente al sesso. In una si allude ad una prestazione sessuale orale, nell'altra si scoprono natiche nude e invitanti. Chiediamo a voi di rimuovere i manifesti e chiediamo l’intervento dell'Istituto di Autodisciplina Pubblicitario, in quanto il messaggio è allusivo e provocatorio oltre i limiti accettabili. La pubblicità stradale, si rivolge ad un pubblico che la subisce, non potendola selezionare. Spesso è anche un pubblico giovane e di bambini, che non possiede la capacità di selezionare criticamente l'immagine, posto che in ogni caso le immagini servono proprio ad abbattere le barriere di autodifesa critica, sia di adulti che giovani. In questo caso veicola stereotipi ed immaginari che minano una corretta crescita dell'identità di genere. In altre, ma analoghe occasioni (sentenza n. 103/2010 del 22/9/2010) già l'organo di autodisciplina ha dichiarato ".... la rappresentazione, per gli inequivoci simboli fallici e gli espliciti richiami ad un rapporto orale, risulta marcatamente indecente e volgare, tale da trascendere i limiti del semplice cattivo gusto e della decenza e da turbare il pubblico dei destinatari, palesando una violazione dell'art. 9 del Codice”. Una rappresentazione che si pone altresì in contrasto con l'art. 10 del Codice, in quanto lesiva della dignità della persona: l'atteggiamento della donna non lascia adito a dubbi sull'idoneità dell'immagine a ledere l'essenza e la dignità della donna. Situazioni come quella rappresentata si collocano, infatti, tipicamente nella sfera dell'intimità e dell'emotività più profonda cosicché l'allusione ad esse o la loro raffigurazione in contesti del tutto gratuiti provoca forte disorientamento.” Siamo convinte che i prodotti vadano pubblicizzati per le sue qualita' intrinseche e non perche', al prodotto probabilmente privo di qualita' da evidenziare, si affianchi, come nel caso in oggetto, la vista di parti di corpi di donne che alludono a prestazioni e disponibilità sessuali. Siamo convinte che per i numeri di audipress, per la stampa o auditel per la tv o altri misuratori di audience o per il "mercato" non si debba essere disposte ad accettare tutte le immagini proposte e nemmeno che queste non possano essere confuse con espressioni artistiche. Restiamo a Vostra disposizione e in attesa di riscontro.lettera.pdf

Lo IAP risponde:

Segnalazione pubblicitaria Silvian Heachrilevato su affissioni diffuse nelle città di Milano, Genova e Roma nel mese di febbraio 2010 Desideriamo informarVi che il Comitato di Controllo, in data 24/2/11, ha emesso nei confronti del messaggio pubblicitario in oggetto ingiunzione di desistenza per la violazione degli artt. 1 - Lealtà della comunicazione commerciale -, 10 - Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona - e 11 - Bambini e adolescenti - del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale. Il provvedimento ingiuntivo acquisterà efficacia di decisione allo scadere del termine previsto dall’art. 39 del Codice, ovvero il 7 marzo p.v., qualora la parte non proporrà motivata opposizione. Vi terremo sollecitamente informati sul seguito della pratica. RingraziandoVi per l’apprezzata collaborazione, porgiamo i nostri migliori saluti. I.A.P. La Segreteria 

Silvian Heach si oppone al provvedimento del Comitato di Controllo, il caso viene trasferito al Giurì (sempre dello IAP) che:

Nella riunione del 29 marzo scorso, l’organo giudicante dell’Autodisciplina Pubblicitaria ha emesso il seguente dispositivo: "Il Giurì, esaminati gli atti e sentite le parti, dichiara che la pubblicità contestata è contraria agli articoli 1, 10 e 11 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, e ne ordina la cessazione.” Potrete trovare una sintesi della decisione nel nostro sito internet www.iap.it, nella sezione "Le decisioni del Giurì e del Comitato di Controllo" non appena il relatore depositerà la motivazione. RingraziandoVi per la considerazione, porgiamo i migliori saluti. La Segreteria

 

 se non ora quando

Se non ora, quando? In Italia la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro (e una su due non ci riesce), studia, si sacrifica per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani.                                                                                            Tante sono impegnate nella vita pubblica, in tutti i partiti, nei sindacati, nelle imprese, nelle associazioni e nel volontariato allo scopo di rendere più civile, più ricca e accogliente la società in cui vivono. Hanno considerazione e rispetto di sé, della libertà e della dignità femminile ottenute con il contributo di tante generazioni di donne che – va ricordato nel 150esimo dell’unità d’Italia – hanno costruito la nazione democratica. Questa ricca e varia esperienza di vita è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile. Una cultura diffusa propone alle giovani generazioni di raggiungere mete scintillanti e facili guadagni offrendo bellezza e intelligenza al potente di turno, disposto a sua volta a scambiarle con risorse e ruoli pubblici. Questa mentalità e i comportamenti che ne derivano stanno inquinando la convivenza sociale e l’immagine in cui dovrebbe rispecchiarsi la coscienza civile, etica e religiosa della nazione. Così, senza quasi rendercene conto, abbiamo superato la soglia della decenza. Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni. Chi vuole continuare a tacere, sostenere, giustificare, ridurre a vicende private il presente stato di cose, lo faccia assumendosene la pesante responsabilità, anche di fronte alla comunità internazionale. Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il valore della loro, della nostra dignità e diciamo agli uomini: se non ora, quando? è il tempo di dimostrare amicizia verso le donne.

L’APPUNTAMENTO E’ PER IL 13 FEBBRAIO IN OGNI CITTA’ ITALIANA A MILANO ore 14,30 Piazza Castello http://senonoraquando13febbraio2011.wordpress.com/

nero

Troviamo di pessimo gusto la scelta promozionale, del gruppo DAVENIA. Proprio alle donne, nelle giornate del 14 febbraio e 8 marzo, infatti il gruppo dedica in omaggio una bottiglia di vino, il NERO DI TROIA. Scelta che risulta offensiva, specie perché utilizza due giornate dedicate alla figura femminile già troppo impropriamente e volgarmente abusata da molte pubblicità solo con l'intento di incentivare le vendite. Il gruppo DAVENIA, in catalogo annovera una vasta gamma di cibi e bevande tipici della Puglia, ben oltre a questo vino nero, DOC e IGT. Lo stesso Consorzio di produzione del vino Doc ammette che il vino in oggetto, è conosciuto nella regione e anticamente con diversi sinonimi: Uva di Canosa o di Barletta o della Marina, Sumarello, Tranese. Si consiglia pertanto, l'utilizzo degli abbondanti sinonimi atti a designare il prodotto, proprio per non aggravare di ulteriori polemiche un contesto politico e sociale già particolarmente sollecitato in tal senso, negli ultimi tempi. Le date e il senso conosciutissimo delle parole che fanno parte della denominazione del vino promozionato non lasciano dubbi sull'intento allusivo, che risulta offensivo proprio nella giornata simbolo della relazione affettiva, banalizzando la relazione tra uomo e donna, che in questo periodo avrebbe bisogno di essere riportata su un confronto rispettoso e paritario, e ha sdegnato diverse cittadine che ci hanno segnalato il loro forte disappunto. Inoltre i 18 femminicidi, dall'inizio dell'anno subiti proprio all'interno delle relazioni affettive per eccellenza, richiederebbero una sobrietà maggiore nella comunicazione. Chiediamo ai negozi DAVENIA e allo IAP di provvedere al ritiro della comunicazione promozionale territoriale, dai comuni di Trezzano e Buccinasco e/o dovunque la società abbia deciso di distribuirlo. anche in ragione del Protocollo di Intesa firmato tra il Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, e l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, e ai sensi degli articoli 1, 6 e 10 dello statuto di autodisciplina pubblicitaria e in ottemperanza della risoluzione europea 2038 del 3/9/2008. Cordialmente Associazione DonneInQuota Associazione Amiche di Abcd lettera.pdf

 

La risposta dd. 17/02/2011

Buongiorno, sono Milena, responsabile pubblicitaria del Gruppo Davenia. Con la presente sono ad informarVi che la distribuzione dei volantini in oggetto è stata bloccata. Abbiamo riflettuto sulla pubblicità alla luce delle perplessità da Voi espresse e ci siamo resi conto che poteva, effettivamente, essere travisata. In realtà, non era assolutamente mia intenzione (in quanto anch’io donna), né tanto meno del gruppo Davenia, offendere la dignità della donna. Avendo in magazzino delle scorte di bottiglie di questo vino, abbiamo deciso di smaltirle più velocemente tramite l’elargizione di omaggi alle donne, visto che, in genere, la percentuale di signore che viene a fare la spesa è maggiore di quella degli uomini (questo è un dato di fatto). La denominazione “nero di Troia” (I.G.T.) è attribuita, dall’ente preposto a tale funzione, ad un vino prodotto con le uve di una determinata zona geografica; le bottiglie in oggetto riportano, in etichetta, tale denominazione tipica e non ci è possibile, quindi, pubblicizzare il vino in modo differente. E’ da sottolineare che tutte le aziende vinicole che producono questa tipologia di vino utilizzano la denominazione in questione. La concomitanza di questi fattori ha evidentemente portato ad un fraintendimento, per il quale ci scusiamo; ma, voglio sottolinearlo nuovamente, la denigrazione della figura femminile è una pratica lontana dalla nostra logica aziendale e da quella dei membri della dirigenza del Gruppo. PorgendoVi i nostri più cordiali saluti, Vi auguriamo una buona giornata.

 

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Milano, 2 febbraio 2011

Sul Corriere della Sera del 4 gennaio appare uno spazio pubblicitario della compagnia aerea Ryan Air.                                                                                                                            Il plus dichiarato nella comunicazione della compagnia parrebbe essere "eccitanti tariffe" e in tono minore "eccitanti assistenti di volo". Il claim è sostenuto dall'immagine pubblicitaria di una giovane fanciulla in bichini, dall'evidente disponibilita', e questo regalo si aggiunge al plus aziendale istituzionale, che vanta " Prezzi piú bassi in Europa, Compagnia aerea Low Cost ". E mai possibile che la creativita' si debba esprimere solo con evidenti allusioni sessuali? Troviamo indegna l'allusione sessuale alla disponibilita' delle assistenti di volo, ovviamente femmine, e alla eccitazione che potrebbero produrre nei clienti maschi. A noi risulta che utilizzino l'aereo anche donne e bambini, famiglie e uomini per bene, che non fanno turismo sessuale. In violazione delle indicazioni della risoluzione europea 2038 del 3/9/2008, questo tipo di messaggio sostiene e alimenta lo stereotipo che le hostess di volo siano donne eccitanti in quanto disponibili, che rendono "piacevole" il viaggio, perche' donne autonome, belle che dormono facilmente fuori casa. E questo parrebbe nella cultura italiana della famiglia, che legittima le donne solo se mogli e madri, sinonimo di disponibilita'. Inoltre vista l'affermazione sulle proprie risorse umane, ci chiediamo come fa la compagnia aerea a sostenere con naturale certezza questo plus. Fa particolari colloqui di lavoro in cui verifica la competenza necessaria, quale produrre eccitazione nel cliente? Quali sono le regole d'ingaggio e le caratteristiche richieste? Noi crediamo che le lavoratrici, sia coloro che si sentiranno gratificate dall'affermazione, sia quelle che come noi si sentono offese dalla compagnia, meritino più' rispetto. Come donne e come lavoratrici. Riteniamo che l'essere eccitanti rientri nella sfera personale e individuale, e che la compagnia aerea non ne possa fare o alludere che possa essere, merce di scambio con la propria clientela. Chiediamo alla compagnia delle pubbliche scuse, e che il messaggio pubblicitario in oggetto venga cambiato, nelle prossime uscite se in programmazione. In caso contrario chiediamo all’ Istituto di Autodiscplina Pubblicitaria, anche in ragione del Protocollo di Intesa firmato tra il Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, e l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, di esprimere ingiunzione di desistenza dalla diffusione del messaggio ai sensi degli articoli 1, 6 e 10 dello statuto di autodisciplina pubblicitaria e in ottemperanza della risoluzione europea 2038 del 3/9/2008. Cordialmente  il testo della lettera.pdf

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