Donne in quota

Usiamo le parole tratte dai comunicati dell'Accordo di azione comune per la democrazia paritaria (50 associazioni tra cui anche DonneinQuota), di tre Senatrici di tre partiti diversi (PD/FI/NCD) e di una giornalista affinché sia chiaro a tutt* che la nuova proposta di legge elettorale non garantisce la rappresentanza di genere.

23.01.2014

• Comunicato stampa dell’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria:
Ieri sera … è stata data la notizia che le liste bloccate sarebbero state al 50e50 e alternate per genere.
Non è così: il limite di due candidati dello stesso genere consecutivi penalizza le donne in maniera tale da far dubitare che possa essere mantenuta nel prossimo Parlamento l’attuale percentuale di donne.


L’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria chiede anzitutto che l’informazione sulle norme antidiscriminatorie sia completa e corretta e che la Commissione Affari Costituzionali, tra le tante criticità della proposta con cui ci si dovrà confrontare in sede di dibattito, non trascuri questo aspetto e preveda, se liste bloccate devono essere, liste alternate per genere.

• Comunicato congiunto Senatrici Fedeli, Mussolini e Bianconi “Il testo Italicum non garantisce la rappresentanza di genere”:
Nel testo base della legge elettorale non viene salvaguardato il principio antidiscriminatorio previsto dagli art. 3 e 51 della Costituzione, articoli che sanciscono la pari dignità sociale dei cittadini e le condizioni di uguaglianza nell’accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive.
….La stravagante alternanza dei generi due a due maschera in realtà un ritorno al passato cancellando di fatto l’unico elemento capace, come è noto, di garantire una reale rappresentanz… E’ necessario introdurre un vincolo all’alternanza di genere uno a uno nelle liste e la medesima alternanza nei capilista.

• Articolo della giornalista Cinzia Romano su Politicafemminile:
Il testo della nuova legge elettorale firmata da Pd, Forza Italia e Nuovo Centro Destra... afferma che le liste di candidati nei vari collegi dovranno essere formate da metà uomini e metà donne, pena la loro esclusione.
Ma non è affatto detto che tale presenza la ritroveremo in Parlamento, anzi.
L’unica clausola che il testo prevede è che “non possono esservi più di due candidati consecutivi del medesimo genere”.
Tradotto, il significato è chiaro: se ai primi due posti in lista ci sono maschi, al terzo dovrà esserci una femmina. Che con ogni probabilità resterà fuori, visto che nella stragrande maggioranza dei collegi saranno i primi due candidati in lista di ogni partito ad essere eletti...

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