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Il 24 giugno la Ministra per le Pari Opportunità si è dimessa. Per errori suoi, certo: ma soprattutto dopo essere stata investita da attacchi di una violenza senza precedenti; da cui quasi nessuno l'ha difesa (a partire dal suo stesso partito). E cosa ne è seguito? in meno di 48 ore il suo Ministero è stato spazzato via: il 26 giugno, infatti, durante il Consiglio dei Ministri, il premier Letta ha smembrato il Ministero alle Politiche Giovanili, allo Sport e alle Pari Opportunità. Dopo le dimissioni della ministra Idem, cioè, anziché nominare una nuova ministra adeguatamente competente, ha svilito ulteriormente un istituto già insufficiente, scaricandone le deleghe ad altri ministri, già gravati di diverse problematiche.


VEDIAMO DUNQUE NEL MERITO:
• Certo APPREZZIAMO il nome di Maria Cecilia Guerra (viceministro a cui riconosciamo piena stima), a cui è andata la delega alle pari opportunità,
• NON APPREZZIAMO che (dopo aver liquidato una valente ministra come la Idem, senza nemmeno rivolgerle sostegno nemmeno contro la violenza di cui è stata fatta oggetto) un istituto tanto importante, che in Italia NON ha mai avuto il giusto peso, sia stato ulteriormente svilito.
• E qui ci chiediamo, vi chiediamo, e chiediamo al premier Letta: quale sarebbe il nesso fra le presunte condotte fiscali della ex-ministra, e la NECESSITA' DI SMEMBRARE anche il Ministero stesso?
• In un paese ammorbato da arretratezza e tassi altissimi di femminicidio, NOI CHIEDIAMO CHE FINALMENTE SIA ISTITUITO UN VERO E PROPRIO MINISTERO PER LE PARI OPPORTUNITA, davvero in grado di incidere. E guidato da una Ministra 1. competente, 2. vicina alle donne, 3. capace di raccogliere il metodo "dal basso" inaugurato dall ex-ministra Josefa Idem.
• E nel contempo CHIEDIAMO FORTEMENTE anche alla nuova delegata di adottare tale linea dell'ASCOLTO, a partire da incontri (sulla falsariga degli audit già avviati), e di riprendere il filo di quanto già si stava facendo, senza che nulla vada sprecato.
• Chiediamo che siano riattivate subito tutte le attività già avviate dal ministro Idem e ora interrotte, specie
• in tema di lotta alla violenza sulle donne,
• incluse quelle sull' importanza dello sport come veicolo di inclusione e salute,
• nonché per campagne di sensibilizzazione sui temi che ci stanno più a cuore,
• e ancora sulle politiche di conciliazione vita/lavoro.

• Vi rimandiamo anche al GRUPPO appena nato:
https://www.facebook.com/groups/388708811233781/
• e alla PETIZIONE: http://firmiamo.it/vogliamo-la-nomina-della-ministra-per-le-pari-opportunita

• Vi segnaliamo anche la lettera che il 25 giugno, prima dell'assegnazione delle deleghe, era stata rivolta al premier Letta da 50 associazioni:

Onorevole Presidente,
A prescindere dal merito delle dimissioni della Ministra delle pari opportunità, riteniamo PREOCCUPANTE quanto da Lei dichiarato in merito a una "redistribuzione delle deleghe" di cui la Ministra era titolare.
Riteniamo infatti essenziale che vi sia nel Governo un punto di riferimento per le politiche nei confronti delle donne in un momento in cui la crisi economica le colpisce doppiamente in quanto lavoratrici e in quanto erogatrici di lavoro di cura: problemi quali la disoccupazione femminile, in particolare delle giovani, il precariato che penalizza le donne più ancora degli uomini, la violenza perpetrata contro le donne, la necessità di difendere l'immagine femminile contro le distorsioni operate sui media, la carenza di servizi sociali dovuta alle ridotte risorse degli enti locali, la esigenza di promuovere la parità della presenza delle donne nelle istituzioni e nei luoghi decisionali non possono essere trascurati.
Consideriamo pertanto necessaria la nomina di una donna, Ministra o Sottosegretaria per Le Pari Opportunità, che abbia un curriculum di attività in favore dei diritti delle donne e che sia in grado tra l'altro, di avere un rapporto di interlocuzione con l'insieme dell'associazionismo femminile.
Fiduciose che Ella comprenderà la rilevanza del problema, restiamo in attesa di un Suo cortese cenno di riscontro.
Accordo di Azione Comune per la Democrazia Paritaria