Donne in quota

ABORTO: RU486; SEL, NUMERO TELEFONO CONTRO PROBLEMI ACCESSO (ANSA) - MILANO, 16 GIU - Da domani Sinistra Ecologia e Libertà attiverà un numero di cellulare a cui le donne potranno rivolgersi in caso abbiano problemi nell'accedere all'interruzione volontaria di gravidanza, alla pillola abortiva RU486 o anche della pillola del giorno dopo. Presentato oggi a Milano, lo sportello telefonico di 'denuncia' sarà attivo negli orari di ufficio e costerà come una telefonata ad un cellulare: al telefono risponderanno volontarie di Sinistra Ecologia e Libertà che "raccoglieranno - ha spiegato Gloria Buffo, responsabile nazionale Sanità per Sel - lo sfogo delle donne e segnaleranno gli episodi ai consiglieri di Sinistra Ecologia e Libertà nelle varie Regioni d'Italia". Il numero di telefono (reperibile sul sito www.sinistraelibertalombardia.it) si propone di dare voce "a tutte quelle donne a cui viene lesa, ogni giorno, la propria libertà di scelta". Secondo Buffo, infatti, "se una donna, in Italia, è costretta a interrompere la gravidanza si scontra con un muro di obiettori o se vuole abortire, come si fa in tutta Europa, con la pillola RU486 si trova costretta a un ricovero di tre giorni che nella maggior parte dei casi non serve". Il tutto "in nome di una battaglia e di un accanimento ideologico del centrodestra, di cui le vittime sono solo le donne". Ecco allora il numero telefonico, soprannominato 'Salute e liberta'', che è stato lanciato a Milano perché "in Lombardia - ha aggiunto Chiara Cremonesi, consigliere lombardo di Sel - la legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza è messa a dura prova da una percentuale altissima di obiettori di coscienza, mentre la Ru486 viene somministrata con ricovero obbligatorio di tre giorni quando il day hospital è spesso utilizzato anche per interventi più invasivi".

A chi fa comodo un “santo” assassino?

di Valeria Palumbo san cirillo«Vi era una donna allora in Alessandria», narra la Storia ecclesiastica di Socrate Scolastico, un avvocato alla corte di Costantinopoli, che scrive tra il 439 e il 450, «il cui nome era Ipazia. Costei era figlia di Teone, filosofo in Alessandria, ed era giunta a un tale culmine di sapienza da superare di gran lunga tutti i filosofi della sua cerchia, ... (e da) esporre a un libero uditorio tutte le discipline filosofiche [...]. Da ogni parte accorrevano a lei quanti volevano filosofare». I tempi non erano tranquilli: i cristiani distruggevano i templi pagani e ne uccidevano i fedeli. Ebrei e pagani venivano accusati di vendette. Come risposta, scrive Socrate, i parabalanoi del vescovo della città, Cirillo, scatenarono una vera caccia all’ebreo: «Gli ebrei che dal tempo di Alessandro il Macedone abitavano questa città dovettero allora tutti emigrare, spogliati dei loro beni, e si dispersero chi qua, chi là». Chi erano i parabalanoi? Un corpo di “infermieri-barellieri”, chierici in realtà, che costituivano la milizia privata del vescovo di Alessandria. Suida, un’enciclopedia storica bizantina del X secolo, li definisce «esseri abominevoli, vere bestie». «Un giorno» si legge in Suida, «accadde al vescovo dell’opposta setta, Cirillo, mentre passava dinanzi alla dimora di Ipazia, di scorgere una gran ressa dinanzi alle sue porte [...] Avendo domandato che cosa mai fosse quella folla, e il perché di un tale andirivieni attorno a quella casa, si sentì dire che era il giorno in cui Ipazia riceveva, che sua era la casa. Ciò appreso, Cirillo si sentì mordere l’anima: fu per tale motivo che organizzò ben presto l’assassinio di lei, il più empio di tutti gli assassinii». Si afferma in Suida: «Una moltitudine di uomini imbestialiti piombò improvvisamente addosso a Ipazia un giorno che ritornava a casa come suo solito». La figlia di Teone fu tirata giù dalla lettiga e trascinata «alla chiesa che prende il nome dal cesare imperatore» e cioè nel cortile del Cesareo di Teodosio. Qui, «incuranti della vendetta e dei numi e degli umani questi veri sciagurati massacrarono la filosofa», scrive il filosofo alessandrino Damascio (le sue parole sono state tramandate in Suida), «e mentre ancora respirava un poco le cavarono gli occhi». «La spogliarono delle vesti, la massacrarono usando cocci aguzzi, la fecero a brandelli. E trasportati quei resti al cosiddetto Cinaron, vi appiccarono fuoco», sottolinea Socrate. «I pezzi del suo corpo brutalizzato vennero sparsi per tutta la città...» Io non aggiungo altro (Cirillo ne ha combinate tante). Mi limito a riportare le parole dell’attuale Papa, Benedetto XVI, nell’udienza generale in piazza san Pietro di mercoledì 3 ottobre 2007 (il testo integrale è sul sito del Vaticano): Cari fratelli e sorelle, anche oggi, continuando il nostro itinerario che sta seguendo le tracce dei Padri della Chiesa, incontriamo una grande figura: san Cirillo di Alessandria. Legato alla controversia cristologica che portò al Concilio di Efeso del 431 e ultimo rappresentante di rilievo della tradizione alessandrina, nell’Oriente greco Cirillo fu più tardi definito «custode dell’esattezza» – da intendersi come custode della vera fede – e addirittura «sigillo dei Padri». ... Egli si inserisce volutamente, esplicitamente nella Tradizione della Chiesa, nella quale riconosce la garanzia della continuità con gli Apostoli e con Cristo stesso. Venerato come Santo sia in Oriente che in Occidente, nel 1882 san Cirillo fu proclamato Dottore della Chiesa dal Papa Leone XIII, l’ancora giovane Cirillo nel 412 fu eletto Vescovo dell’influente Chiesa di Alessandria, che governò con grande energia per trentadue anni, mirando sempre ad affermarne il primato in tutto l’Oriente, forte anche dei tradizionali legami con Roma...” Un lungo discorso, nel quale Ipazia non è neanche citata. Figuriamoci. Ma che ha molto a che fare con la politica (ciò che conta è solo il primato della Chiesa di Roma). Cirillo ha le sue (gravissime) colpe, ma non ne ha ancora di più una Chiesa che 1.600 anni dopo (e molti assassinii e roghi dopo) continua a giudicarlo santo? Allora, basta: riprendiamoci il 27 giugno. Dedichiamo la giornata al libero pensiero. A Ipazia e a tutte le donne “condannate” in nome di un dio (quale che sia il suo nome) o troppo stupido per capirne il valore... o così intelligente da intuire quanto una donna libera sia pericolosa per qualsiasi forma di integralismo e sopraffazione. Aggiungo anche l’invito che Sinesio di Cirene, allievo di Ipazia e poi vescovo di Tolemaide (all’epoca usava...), faceva alla sua venerata maestra: «Tu hai sempre avuto potere. Possa tu averlo a lungo, e possa tu di questo potere fare buon uso». Vale per tutte le donne, oggi.

La Regione Lombardia vara il progetto chiaramente antiabortivo, su proposta del signor Giulio Boscagli, assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale.

Il presidente Roberto Formigoni dichiara: “Nessuna donna dovrà più abortire in Lombardia a causa delle difficoltà economiche”. A quelle donne che rinunciano ad una interruzione della gravidanza determinata da problemi economici, la Regione erogherà per 18 mesi, ogni mese un bonus di 250 euro. Un totale di 4.500 euro in un anno e mezzo. La Regione stanzia 5 milioni di euro, versati stanziamento di 5 milioni di euro sul Fondo «Nasko», appositamente creato. Destinatarie le donne in difficoltà economica e , in particolare le straniere e le giovani donne sole.

Leggi tutto: Lombardia, bonus di 4.500€ per non abortire

Riportiamo qui due link relativi ad una riflessione "Smarchiamoci dalla Prostituzione" apparsa sul sito di noi donne e un articolo apparso sul sito di Maschile plurale a proposito dei mondiali di Calcio 2010.  Invitiamo qindi donne uomini ad approfondire cosa vuol dire un evento così importante per il SudAfrica, che potrà portare il paese ad una maggiore visibilità mediatica e ad un notevole occasione economica, ma anche un maggiore sfruttamento della prostituzione di donne e bambini

Da giovedì 6 a sabato 8 maggio Mantova diventerà la capitale delle Pari Opportunità: 3 giorni di appuntamenti, discussioni e testimonianze, uno spazio ideale dove mettere a confronto posizioni, idee e prospettive sul ruolo della donna, sulle politiche di genere e sulla conciliazione famiglia-lavoro. SUI GENERIS tratterà di argomenti importanti, di estrema e urgente attualità: come intervenire in azienda, nel territorio, nelle famiglie per valorizzare i ruoli delle donne? Quali domande fare a chi governa i territori o dirige le aziende, quali risposte aspettarci? Gli eventi sono ad ingresso libero, e il nostro caloroso invito a partecipare è rivolto a tutti: donne, mamme, lavoratrici e dirigenti; addetti ai lavori, giornalisti; ma anche uomini che hanno a cuore il raggiungimento delle pari opportunità in ogni campo della vita. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.suigeneris-mantova.it Il programma completo della manifestazione è disponibile qui Per confermare la partecipazione ai singoli eventi (e richiedere contestualmente di usufruire del servizio babysitting, dove disponibile), è attivo un form di iscrizione.

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