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- Categoria: Donne e Politica
- Pubblicato: 01 Novembre 2019
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Italia, 30.10.2019
A:
Ministra alle Pari Opportunità e Famiglia Elena Bonetti Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Francesco Boccia Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Presidente del Coordinamento Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome Rosetta D’Amelio Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
e p.c. a: Presidente del Consiglio Regione Friuli Venezia Giulia Piero Mauro Zanin Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Presidente del Consiglio Regione Calabria Nicola Irto Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Presidente del Consiglio Regione Puglia Loizzo Mario Cosimo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Presidente del Consiglio Regione Valle d’Aosta Emily Rini Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
OGGETTO: NORME DI GARANZIA DI GENERE DA INTRODURRE NELLE LEGGI ELETTORALI DELLE REGIONI CALABRIA, PUGLIA, FRIULI VENEZIA GIULIA E VALLE D’AOSTA
Friuli Venezia Giulia, Calabria (che andrà al voto prossimamente), Puglia e Valle d’Aosta sono le regioni italiane che ancora oggi violano i principi costituzionali (articoli 51 e 117) e la legge n° 20/2016 (che ha modificato l’art. 4 della legge n° 165/2004), che dettano disposizioni per il riequilibrio della rappresentanza in materia elettorale.
A riprova della pervicacia maschilista e del sessismo imperante, il 22 ottobre il Consiglio del Friuli Venezia Giulia – composto da sole 6 donne su 49 consiglieri - ha bocciato la proposta di introdurre nella propria legge elettorale la doppia preferenza di genere, nonostante l’appello di 200 professioniste - imprenditrici, attrici, docenti, politiche, notaie, avvocatesse, sindacaliste, intellettuali e artiste - della regione.
Noi non ci stupiamo, conoscendo quanto è già successo in Puglia – 5 donne su 50 consiglieri – e in Calabria – 1 sola donna su 30 consiglieri - dove l’impegno pluriennale di un movimento civico e trasversale delle donne in politica, delle associazioni e delle parti sociali, non è riuscito ancora a produrre alcun risultato.
Le nostre associazioni, impegnate da anni in tema di democrazia paritaria e promotrici di ricorsi contro il mancato rispetto della Costituzione e delle altre leggi in materia, richiedono quindi un Vostro intervento urgente per eliminare un vulnus che compromette il diritto delle donne alla piena partecipazione all’attività politica che le leggi regionali devono promuovere ai sensi dell’art. 117 della Costituzione.
Se è vero che le Regioni e le Province Autonome godono di ampia autonomia nella elaborazione delle leggi che regolano la elezione della Giunta e dei Consiglieri Regionali, è vero altresì che, ai sensi dell’art. 122 Cost. 2° comma, tale autonomia va contenuta nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi della Repubblica, fra cui rientra anche la promozione, attraverso misure idonee, della parità tra uomini e donne nell’accesso alle cariche elettive, quale interesse essenziale del sistema costituzionale consacrato nell’art.51 Cost., e ribadito, per quanto riguarda le Regioni dall’art. 117 Cost.
Criteri confermati con la legge n.20 del 2016 che ha modificato l’art.4 della legge n.165 del 2004 e detta norme di carattere generale per il riequilibrio della rappresentanza in materia elettorale non soltanto al fine di promuovere l’attuazione del dettato costituzionale ma anche per la tutela dell’unità giuridica in materia di legislazione elettorale.
Ci auguriamo, inoltre, che insieme alla doppia preferenza di genere si inserisca anche nelle leggi elettorali delle predette regioni la disposizione, presente già in altre regioni, che impone nelle campagne elettorali ai soggetti politici la presenza paritaria di candidati di entrambi i generi nei programmi di comunicazione politica offerti dalle emittenti radiotelevisive e digitali pubbliche e private, senza dimenticare i messaggi autogestiti.
Restando in attesa di un Vostro riscontro, vi informiamo che siamo pronte a reagire, se necessario, a garanzia della parità di genere, oggi ancora largamente compromessa.
Cordiali saluti.
Donatella Martini
Presidente DonneinQuota Presidente Rete per la Parità
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