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- Scritto da SuperUser
- Categoria: Donne e Politica
- Pubblicato: 04 Dicembre 2020
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Egregio Ministro Luigi Di Maio
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale
Piazzale della Farnesina 1 00135 ROMA Italia
01 dicembre 2020
OGGETTO: “10 PUNTI PER UNA SVOLTA” – IL FOGLIO DD. 27 NOVEMBRE U.S.
Egregio Signor Ministro,
abbiamo letto i suoi “10 punti per una svolta” che Il Foglio ha pubblicato il 27 novembre.
Ci ha stupito che abbia scelto di presentare come una proposta personale un vero e proprio programma politico per affrontare la doppia crisi sanitaria ed economica.
In qualsiasi forma decida di far pubblicare le sue esternazioni, è comunque un alto esponente del M5S, la forza politica più numerosa in Parlamento, nonchè Ministro dell’attuale Governo.
Veniamo al contenuto delle sue proposte. La parità tra donne e uomini avrebbe dovuto connotare tutti e dieci i punti perché ognuno di essi attraversa la vita di entrambi i sessi, purtroppo con conseguenze negative non solo sulle donne ma sull’intero Paese.
Eppure lei la ignora completamente mentre il suo raggiungimento è considerato essenziale in primis dall’Unione Europea (tanto è vero che una delle missioni del Recovery Plan verte proprio sulla parità) e dal nostro Governo (il Bilancio 2021 prevede varie norme al riguardo) ed è stata posta al centro del G20 a presidenza italiana, appena iniziato.
Ci concentriamo solo sul punto 4, Rendere sostenibili le conseguenze del calo demografico e constatiamo che invece di proporre politiche atte a invertire la tendenza del calo demografico – lei si preoccupa solo, come evidenziato anche nel titolo, degli interventi per ridurre gli impatti negativi sulla produttività e sul benessere collettivo e li individua esclusivamente nel miglioramento del grado di istruzione e nella formazione.
La riduzione delle nascite in Italia è un preoccupante fenomeno accertato e denunciato da oltre un decennio ed è noto che è legato alla sottoccupazione femminile delle italiane, un dato che pone il nostro Paese negli ultimi posti della classifica dell’Unione Europea.
Una sottoccupazione dovuta principalmente alla carenza di strutture pubbliche adeguate, a non sufficienti interventi per la conciliazione di lavoro e famiglia e alla mancata condivisione tra uomini e donne dei compiti di cura. Non certo al basso grado d’istruzione delle donne che sono in maggior numero tra i laureati e conseguono migliori risultati.
Dopo anni di colpevole inerzia – banalmente in passato sarebbe bastato ispirarsi a ciò che è stato fatto da tempo in Francia con ottimi risultati- finalmente ora il Governo, alle prese con la doppia crisi sanitaria e economica, prevede nel Bilancio 2021 varie norme finalizzate all’aumento dell’occupazione delle donne, tra le quali la decontribuzione totale per l'assunzione delle donne nel prossimo biennio e progetti finanziati con fondi europei mirati all’occupazione femminile. Inoltre per il G20 il presidente Conte ha anticipato che l’Italia punterà sull’empowerment femminile.
Ci auguriamo che voglia accogliere quanto abbiamo ritenuto doveroso segnalarle con questa lettera e utilizzarlo in una seconda versione dei suoi 10 punti che dovrebbero costituire “un progetto complessivo per superare i mali storici del paese e porre le basi per un piano di rilancio e sviluppo.”.
Cordiali saluti.
Donatella Martini Rosanna Oliva
Presidente DonneinQuota Presidente Rete per la Parità