Donne in quota

COMUNICATO STAMPA

Milano, 05 agosto 2015

Anche questa volta il c.d.a. della rai è stato formato senza rispetto della parità di genere, a conferma che i vecchi criteri di spartizione politica vanno a braccetto con la discriminazione.
Ammesso e non concesso che il governo indichi due donne, sarebbero sempre al massimo quattro su nove componenti.


La legge sulle quote rosa nei c.d.a. (n° 120 del 2011) che impone un terzo di presenze femminili nelle aziende quotate e pubbliche, non riguarda aziende come la rai.

In questo caso, a vigilare sul rispetto delle quote dovrebbe essere il presidente del consiglio, che ha mantenuto la competenza delle pari opportunità.
Purtroppo la mancanza di una ministra delle pari opportunità ha gravi conseguenze che si riflettono poi negativamente sul 52% della popolazione.


Chiediamo quindi a gran voce che sia nominata una ministra che sia scelta tra le donne che si occupano dei diritti delle donne, visto che il nostro paese non ha ancora risolto la questione di genere.
Inoltre chiediamo – come già facemmo nel 2011 in una nostra lettera alla Rai - una componente del c.d.a. delegata a valutare i prodotti e la programmazione secondo una visione rispettosa e paritaria dei due generi.
Non ci risulta che nella riforma rai sia stato tenuto conto della nostra richiesta e questa volta ci aspettiamo una risposta puntuale, sostiene Donatella Martini, presidente dell’associazione.


Ufficio stampa
Cell. 3356161043

subscribe-button

 

 

 

Logo CG