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- Scritto da Super User
- Categoria: Donne e Politica
- Pubblicato: 04 Febbraio 2011
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Il 4 febbraio 2011 il Tar Lombardia ha pronunciato la sentenza sul ricorso proposto dall'associazione Articolo 51 contro la nomina in Giunta Regionale di 15 assessori uomini e di una sola donna. A sostegno del ricorso sono intervenute ad adiuvandum anche le associazioni DonneInQuota, nonchè Usciamo dal Silenzio, Udi - Unione donne in Italia - e 9 avvocate del Foro di Milano, tra le quali anche alcune facenti parte del CPO dell'Ordine degli avvocati.
Con una lunga sentenza che però non risponde ai quesiti posti nel ricorso, il Tar lo ha respinto mentre ha riconosciuto la legittimità ad essere parte del processo sia delle Associazioni intervenute che di quella proponente il ricorso. L'Associazione DonneInQuota, attraverso le parole della sua Presidentessa Donatella Martini, sostiene che: " Eravamo e siamo consapevoli che la questione è complessa e che si tratta della prima causa contro una regione ma rileviamo che viene di fatto ritenuto non incoerente l’assenza di donne negli assessorati di questa importante Regione, e ancor di più che si ritiene la presenza di una sola donna sufficiente in termini di parità e pari opportunità. Siamo però conscie della quasi totale assenza di donne nei luoghi della rappresentanza politica sia nazionale che territoriale, così come della persistente disparità di partecipazione femminile, laddove si tratta di esercitare il potere decisionale in termini di assunzione di responsabilità, e perciò proseguiremo con tutti i mezzi leciti per raggiungere una effettiva parità fra uomini e donne, presente solo nelle dichiarazioni in termini di principi e diritti, ma elusa e ben lontana da una effettiva e coerente realizzazione. A commento della sentenza le avvocate dell'Associazione, Ileana Alesso e prof.ssa Marilisa D'Amico, hanno rilasciato le seguenti dichiarazioni. "Il Tar ha deciso di non decidere, il risultato della sentenza è che la situazione rimane tale e quale e il modo in cui si è pervenuti a questo risultato sta nel dribbbling operato dal giudice amministrativo sulle questioni portate alla sua attenzione. Il Tar ha circumnavigato l'argomento rimanendo al largo seza mai approdare a terra e l'effetto, per inerzia, è che la situazione è rimasta tale e quale" ha affermato lleana Alesso mentre Marilisa D'Amico, ordinario di Diritto Costituzionale all' Università degli Studi di Milano, ha dichiarato: "Il Tar Lombardia ha fatto un passo indietro rispetto alla giurisprudenza amministrativa, che annullava giunte monogeneri, in nome del valore precettivo degli statuti comunali e provinciali alla luce degli artt. 3 e 51 Cost. Rifarsi alla programmaticità delle norme statutarie e al significato non preciso del termine "democrazia paritaria" significa ignorare il lungo percorso che ha portato all'introduzione di una norma innovativa. Insomma, una sconfitta della politica che non sa applicare in pratica quello che afferma in teoria. La strada della parità é lunga, ma occorre insistere sul riconoscimento dei principi scritti, e non attuati". la sentenza.pdf video prima parte video seconda parte